mercoledì 4 novembre 2009

Su di un razzo


Leggevo la poesia di uno che racconta
del suo passato da monello a due ruote.

Inevitabilmente mi sono ritrovato a pensare ai miei di tempi,
quelli in cui la strada prediletta era la scalinata della chiesa madre
del mio piccolo paese.

Avevo una bici così massiccia da sembrare un motorino.
Quattro ammortizzatori, cerchi in lega, freni a tamburo,
cambio a tre marce d'ispirazione automobilistica nello stile,
sella massiccia e comoda.

Ricordo bene quanto pesasse la mia "Rocket", specie in salita!

In quei giorni d'estate facevo quella scalinata giù in discesa,
come fossi davvero su di un razzo.
Come su di un razzo dritto e senza freni bensì accelerando giù
in discesa verso la piazza fino al primo incrocio.

Ricordo ancora il suono che produceva la tassellatura
degli spessi pneumatici sulla strada mista.
La "musica" si alternava via via più velocemente all'aumentare
delle pedalate.

E che sgommate laggiù poi!

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