venerdì 5 dicembre 2008

Air Bag ...


Il freddo avvolgente copre le mie mani, i brividi percuotono la mia pelle, la musica pervade la mia anima, sono questi i sintomi di una sotterranea tristezza. Attimi così mi è capitati già di viverli, allora come ora, a più di dieci anni di distanza provo le medesime emozioni. Appaio malamente sospeso, un poco ignaro, indeciso e perciò arrabbiato. Tutto come allora, tale e quale.

E' triste pensare "the show must go on" e vivere come se tutto sia normale. Assuefazione. Questa è assuefazione, è un prendere atto della situazione e andare avanti quasi senza accorgersi. E' uno scrollarsi le spalle, cercare una vanamente risposta e poi concludere con un desolantissimo "io che ci posso fare?!". Desolante, si desolante! Essere lontani è crudele, è crudele vedere negato quel contatto visivo che molto più di mille parole spese comunica.

Rifuggo nei ricordi allora, dove sò che sicuramente non troverò che rassicuranti sorrisi. Quanti ricordi, quante sorrisi mi riuscivi a strappare con quella tua voglia di scherzare sempre, un eterno giovanotto con una vigorosa verve! Quella tua voglia di scherzare, sempre a prendermi in giro e a farmi arrabbiare, sempre a tediarmi "...ero di Rocchetta io...", e tutti a consolarmi, a dire lui scherza, quando ti dice queste cose devi rispondergli in questo modo, e partivano i consigli. Quella volta sulla mietitrebbiatrice, rossa in quei campi dorati della Puglia, sembra strano come ancora vivo quel ricordo nei miei occhi quanto mi sembrava di essere al comando di un'astronave. Le estati passate a casa tua con, con i miei cugini, che mi portavano in giro a mò dì mascotte.

Non è bello saperti sofferente.
Non è bello affatto pensare l'impensabile.
Che bastarda è la vita...